L'elettromagnetismo

Un po' di storia...

I primi studi sull'elettromagnetismo vennero eseguiti dal fisico danese H. C. Oersted che nel 1820 descrisse la deviazione dell'ago magnetico in presenza di un tratto rettilineo di circuito elettrico. I successivi studi di J. B. Biot e F. Savart mostrarono la diversa natura dei fenomeni elettromagnetici: non solo la forza agente non è di tipo Newtoniano ma essa dipende anche dal verso della corrente.

A. M. Ampère scoprì le azioni elettrodinamiche tra correnti elettriche e teorizzo la composizione di un magnete come costituito da una moltitudine di piccoli circuiti circolari tutti paralleli tra loro e le cui correnti si muovono nello stesso verso. Ampère forni anche la formulazione matematica delle leggi relative alla forza che si esercita tra due elementi di corrente in funzione della loro intensità, distanza e posizione reciproca.

Nel 1831 M. Faraday svolse ulteriori studi riguardo al rapporto elettricità-magnetismo e scoprì il fenomeno dell'induzione elettromagnetica. Sulla base di questo fenomeno è possibile produrre correnti elettriche mediante variazioni di campi magnetici.

I lavori di Faraday ispirarono J. C. Maxwell il quale teorizzò e formulò i concetti fondamentali dell'elettromagnetismo: campi elettrici, magnetici e linee di forza. Gli sviluppi successivi dati dai contributi di H. Poincaré, di H. A. Lorentz, di P. e M. Curie, di M. Planck, di A. Einstein, applicarono le leggi dell'elettromagnetismo ai nuovi campi della fisica atomica e nucleare.

Il nostro esperimento

In questa esperienza vengono svolti tre diversi esperimenti: viene studiata la forza tra cariche elettriche, vengono studiate le forze tra fili percorsi da corrente e campi magnetici e, infine, viene effettuata un misura del campo magnetico terrestre

 

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